Se molti ragazzi non avevano i soldi per permettersi il portatile della Nintendo tra la fine degli 80's e buona parte del 1990 , è probabile che abbiano ripiegato su uno dei tanti giochi elettronici palmari LCD prodotti da Tiger. Tiger , sfruttando un vato numero di licenze, riuscì a portare parecchi giochi del comparto Arcade, del NES e della Sega sui suoi piccoli palmari, e anche se le capacità grafiche e d'animazione erano piuttosto scarse e limitate, era sempre possibile trovare in essi, sopprattutto all'epoca, un valido momento di intrattenimento.
Tiger Game & Watch
La maggior parte dei giochi portatili Tiger Electronics utilizza uno schermo LCD e un paio di pulsanti. I giochi svolgono il loro lavoro avendo già i diversi elementi del gioco stampati sullo schermo LCD. Il personaggio principale e i nemici appaiono sullo schermo solo quando il gioco illumina varie sezioni dello schermo. Questo significa che hai solo un paio di opzioni di ciò che potresti fare in qualsiasi momento. Fondamentalmente si può spostare il personaggio a destra, a sinistra, su e giu e dopo un pò di tempo tornerà alla posizione di partenza. Oltre al movimento i giochi di solito includevano un pulsante di salto o attacco che si potevano usare per attaccare i nemici o per evitarli.
La maggior parte dei giochi ha avuto un paio di livelli diversi e l'obiettivo era quello di evitare / distruggere i nemici con successo per giungere alla fine del livello e passare al livello successivo.
Pur non essendo di solito ottimi giochi, i giochi portatili LCD di Tiger Electronics hanno avuto successo per due motivi principali.
La ragione principale del loro successo è generalmente attribuita al loro prezzo. I giochi palmari di Tiger erano notevolmente più economici del Game Boy. Ogni gioco in sé era più economico e poiché ogni gioco era standalone non era necessario comprare un sistema come il Game Boy per giocare i giochi. E ciò lo rese molto attraente agli occhi dei genitori che volevano acquistare un gioco portatile per i loro figli.
L'altro motivo principale per il loro successo fu il fatto che Tiger ottenne tantissime licenze avvalendosi del franchising. La maggior parte dei franchise cinematografici e alcuni show televisivi avevano un proprio gioco LCD Tiger. Tiger ha anche ottenuto le licenze da molti marchi di videogiochi per realizzarne la versione palmare, basti pensare a giochi come come Castlevania, Double Dragon, Duke Nukem, Ninja Gaiden, Sonic, Street Fighter e Virtua Fighter.
Purtroppo se da una parte Tiger mostrò una grande capacità di ottenere licenze dall'altra non riusci a portare migliorie ai suoi giochi. Nonostante tutto, per i motivi sopra già citati, Tiger riusci a riscuotere un buon successo tra la fine degli 80's e la prima metà del 1990.
Tiger oltre ai classici giochi portatili ha prodotto anche degli orologi con schermo LCD che includevano nel display oltre al timer ed alla sveglia un gioco, generalmente la versione da polso di quella palmare, vedi Batman.
I Giochi palmari Tiger furono distruiti e coommercializzati con discreto successo in Italia dalla GIG.
Tiger R-Zone
Non essendo ancora soddisfatta del lavoro svolto con i giochi palmari LCD, la Tiger Electronics decise di creare un proprio palmare che avrebbe utilizzato cartucce di gioco. Nel 1995 Tiger Electronics ha rilasciato la R-Zone. La R-Zone comprendeva tre diverse versioni, due dispositivi palmari tradizionali e una terza versione che usava un pezzo di copricapo e un controller separato.
La R-Zone è stata la prima serie di giochi realizzati da Tiger Electronics ad utilizzare cartucce di gioco, anche se Tiger aveva già lanciato un gioco basato sulle cartucce con il gioco Quiz Wiz. Il Quiz Wiz era un gioco tradizionale a quiz, incentrato su domande e risposte che utilizzava diverse cartucce che contenevano domande concernenti argomenti specifici. Il gioco fu lanciato nel 1994 e furono rilasciate sessanta cartucce diverse che permisero al gioco di ottenere un discreto successo.
Come già accennato la serie R-Zone comprendeva essenzialmentre tre diversi modelli:
La R-Zone Headgear, lanciata nel 1995, che usava un pezzo di copricapo a forma di fascia e un controller separato. La fascia sulla testa comprendeva un visore ed un'unita in cui veniva inserita la cartuccia contenente il gioco ed era connesso ad un controller tramite un cavo lungo approssimativamente 0,76 metri.
La R-Zone Headgear presentava una grafica sul monocromatico rosso e nel concept si presentava come un'alternativa al Virtual Boy di Nintendo.
La R-Zone Super Screen (1995–1996) che aveva la forma di un piccolo tabletop e che forniva al giocatore uno sfondo a colori non animato. Il movimento nei giochi sullo schermo era nero. Il display era molto più largo rispetto agli altri modelli. A causa delle sue dimensioni, l'R-Zone Super Screen spesso non veniva considerato affatto un sistema portatile.
La "X.P.G. Xtreme Pocket Game" (1997) che era una versione completamente tascabile della console. il display delle cartuccie veniva proiettato su una superficie riflettente direttamente sopra l'area del controller.
Una menzione a parte merita la 'R-Zone "DataZone" (1997) che fu rilasciata solo nel regno Unito ed è oggi piuttosto rara e ricercata. Anch'essa tascabile, non proiettava più l'immagine attraverso uno specchio ma semplicemente attraveso un piccolo schermo retroilluminato. Possedeva altre nuove funzioni, come un diario digitale, un'agenda, una calcolatrice, una rubrica e un orologio.
Le cartucce di gioco della R-Zone non erano come le tipiche cartucce di gioco poiché i giochi inseriti in ogni singola cartuccia utilizzavano ancora schermi LCD.
Per qualche strano motivo, Tiger Electronics non era riuscita a superare la propria ossessione per la tecnologia LCD.
Utilizzando la stessa tecnologia LCD, i giochi per la R-Zone non erano migliori dei suoi giochi tradizionali portatili.
I giochi erano limitati da una palette di colori che prevedeva solo il rosso e il nero e le immagini venivano visualizzate accendendo diverse parti dello schermo . Lo schermo LCD di ciascuna cartuccia funzionava nello stesso modo dei primi giochi elettronici portatili della Tiger.
Tutte le grafiche erano già disegnate e permanenti sullo stesso schermo LCD. Differenti porzioni del display venivano oscurate/attivate per ottenere l'animazione.
L'unica differenza principale tra la R-Zone ei giochi tradizionali palmari è che la R-Zone usava lo stesso layout del controller per tutti i giochi.
Game.com
Nonostante il fallimento della console R-Zone, Tiger Electronics provò a creare un'altra console portatile. Nel 1997 rilasciò il sistema Game.com.
Sulla scia dei fallimenti della R-Zone, Game.com abbandonò il concetto di gioco LCD e si concentrò sulla creazione di videogiochi più tradizionali come quelli che potevano essere trovati sul Game Boy o Game Gear.
La Game.com si rivolgeva essenzialmente ad un target di teenager e adulti. Il Game.com era fondamentalmente una via di mezzo fra un PDA,o computer palmare, e una console di gioco.
Mentre la Game.com non è generalmente considerata una buona console portatile, ha effettivamente presentato alcune caratteristiche nuove ed innovative. Ancora una volta Tiger è stato il re delle licenze ed effettivamente è stato in grado di ottenere le proprie versioni di giochi come Duke Nukem e Sonic.
il Game.com ha avuto anche il merito di essere la prima console portatile ad utilizzare due cose che sono diventati fondamentali e diiffusissime oggi nel mercato palmare.
La console Game.com è stata la prima console di gioco ad utilizzare un touch screen, caratteristica che sarebbe successivamente stata adottata e diffusa dal Nintendo DS. La Game.com è stata anche la prima console portatile che poteva connettersi a Internet. Però entrambe queste caratteristiche per quanto nuove erano macchinose e limitate. La connessione internet non ha mai funzionato correttamente, e per quanto Tiger avesse garantito di poter spedire mail e navigare sul web si riusciva soltanto a caricare i punteggi online. Il touch screen aveva una bassa risoluzione del sensore, così che era difficile usarlo per precisi input nei giochi.
Come era accaduto per altri giochi di casa Tiger, i giochi per Game.com non riuscirono ad incontrare i favori del pubblico. Il Game.com ha incontrato enormi limiti difficoltà soprattutto con i giochi veloci tipo Sonic. Il suo schermo, come quello del Game Boy originale, soffrì per un refresh estremamente lento , che danneggiava in particolare i giochi dall'alto ritmo di cui la Tiger aveva ottenuto la licenza. Un'altra questione è che Tiger ha avuto poco o nessun sostegno da parte degli sviluppatori di terze parti per cui i giochi dovevano essere sviluppati in casa. Per tale motivo solo 20 giochi vennero rilasciati.
Il sistema ha anche avuto problemi con la scarsa durata della batteria e con lo schermo che era difficile da vedere.
Inoltre pochi giocatori fecero uso delle funzioni di personal organizer e rubrica di cui il sistema era dotato.
Un anno dopo poi Nintendo uscì con il Game Boy Color che supportava il colore mentre Game.com supportava solo la grafica in bianco e nero.
Nel tentativo di rivitalizzare il suo fallimentare sistema, la Tiger pubblicò qualche anno dopo il Game.com Pocket Pro, una versione più sottile del game.com, che fu successivamente realizzata anche in quattro colori traslucidi : verde, blu, rosa e viola.
La console purtroppo fu anche male pubblicizzata e distribuita.
La sua produzione fu interrotta intorno al 2000 e ne furono vendute circa 300.000 copie.
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