Retromania, oggetti vintage, giochi arcade, kraftwerk, Nintendo, Commodore, Amiga, Apple, Ferrari 512 S Modulo, Atari, Sega, Ibm, Kraftwerk, Mattel, old computer, dream car
Lancia Stratos HF Zero
Lancia Sibilo
Ferrari 512 S Modulo
Vauxhall SRV Concept
GM Sunraycer 1987
Alfa Romeo Caimano
Colani Sportscar Prototype
Colani New RS
Ford GT80
Ford Cockpit
Peugeot Proxima
Chevrolet Express
Bill Carter Topcat
Autobianchi Runabout
Maserati Boomerang
Ferrari Testa D'Oro
Puma Gtv
Porshe Tapiro
Alfa Romeo Iguana
Alfa Romeo 33 Pininfarina Coupe
Oldsmobile Aerotech
Lamborghini Countach

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Lancia Stratos HF Zero / Stratolimite


Lancia Stratos HF Zero / Stratolimite


La Stratos nasce nel 1970 nel centro studi della Bertone, dalla penna di Marcello Gandini. L’azienda era guidata da Nuccio Bertone, il mago che rese famosa la Carrozzeria in tutto il mondo. La realizzazione dell’arte e dell’ingegno di Gandini per Bertone, si chiamava “Prototipo Zero“. Era una dream car, ossia, un’auto nata per essere un esemplare unico riservato all’esposizione. Essa, nell’intenzione, era il futuro dell’automobile Gran Turismo a motore centrale, ossia montato alle spalle del guidatore prima dell’asse posteriore, centrale rispetto al telaio della vettura. Fino alla metà degli anni 60, le vetture sportive, avevano la classica configurazione con motore anteriore e trazione posteriore.

La dream car montava motore, trasmissione e sistema meccanico di una Lancia Fulvia HF che gli ingegneri Bertone avevano salvato dalla rottamazione. Prendere dei pezzi da una auto rottamata, servì per evitare di attirare l’attenzione del Gruppo Fiat, ordinandogli pezzi nuovi, in modo da mantenere il concept segreto fino alla sua presentazione. Quando si aprì il sipario durante il Salone dell’Automobile di Torino del 1970, quasi nessuno rimase a bocca aperta ma mai nessuno si era spinto così oltre. Era la massima sintesi di architettura, scultura e design industriale. La Stratos Zero era un cuneo, la punta di una freccia, una vettura che presentava soluzioni inconcepibili per l’epoca, una vettura che era almeno 10 anni avanti rispetto a tutte le altre dream car del mondo, per questo la gente non la capì. Per accedere all’abitacolo si apriva il parabrezza anteriore, il guidatore si sdraiava e alla chiusura del portellone, gli compariva davanti il volante con tutta la plancia. Il portellone posteriore, era a strati, di forma triangolare e con apertura a portafoglio. Era un prodigio. E man mano, Nuccio Bertone, iniziò ad offrire un giro in quell’auto futuristica, a tutti i giornalisti del settore più quotati. Si iniziò, finalmente, a credere realmente che quell’auto fosse il futuro.

Ma era una dream car, Bertone era riuscito a sorprendere la concorrenza, la missione della Stratos Zero era conclusa, non restava che metterla in qualche museo ed iniziare a pensare ad altro.

La Lancia Stratos Zero è l’esempio perfetto di come l’arte possa avere un ruolo fondamentale nel mondo dell’automobile. Di come un pensiero, un concetto, un disegno, un progetto, una scultura, possano diventare la realtà vincente per qualcuno, e un pezzo di storia per l’automobilismo.

Lancia Stratos HF Zero / Stratolimite

Lancia Stratos HF Zero / Stratolimite
Lancia Stratos HF Zero / Stratolimite

Lancia Stratos HF Zero / Stratolimite

 

 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
   
   
   
   
   

 

© 2015 - Retromania  - Webmaster

Privacy Policy - Personalizza tracciamento pubblicitario